Familiari, istituzioni e associazioni rinnovano la richiesta di chiarezza sulla morte del cooperante, tra nuove indagini, dubbi sugli accertamenti e appello all’Europa.
Napoli, 15 luglio 2025 – Cinque anni dopo la morte di Mario Paciolla, giovane cooperante napoletano impegnato come osservatore ONU in Colombia, Napoli si è riunita in piazza Municipio per chiedere ancora una volta la verità su una vicenda che continua a suscitare dubbi e inquietudini. Alla manifestazione, promossa per commemorare l’anniversario della sua scomparsa, hanno partecipato numerose realtà istituzionali e associative, fra cui il Comune di Napoli, il Partito Democratico con il parlamentare Marco Sarracino, la Cgil, Libera, Polis, l’ex sindaco Luigi de Magistris, Don Ciotti e Giuseppe Giulietti di Articolo 21.
“Una Napoli unita per la verità sulla morte di Mario Paciolla”, ha dichiarato la madre, Anna Motta, che ha sottolineato la complessità del percorso giudiziario: “Non ci fermeremo, sapevamo fin dall’inizio che dietro la morte di Mario ci sono poteri fortissimi, ma andremo avanti portando nuovi elementi per richiedere l’apertura dell’inchiesta dopo l’archiviazione in Italia, oppure potremo rivolgerci anche alla Corte europea dei diritti umani”.
La vicenda giudiziaria e le nuove indagini
Mario Paciolla fu trovato morto il 15 luglio 2020 nella sua abitazione a San Vicente del Caguán, in Colombia, dove lavorava come volontario per la missione ONU incaricata di monitorare l’attuazione degli accordi di pace tra il governo colombiano e le FARC. La sua morte fu inizialmente classificata come suicidio, ma fin da subito la famiglia e numerosi osservatori hanno sollevato dubbi sulla versione ufficiale.
Nel 2023, la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del caso, confermando la tesi del suicidio, ma il gip ha respinto la richiesta e disposto nuove indagini, evidenziando che la ricostruzione dei fatti presenta “serie perplessità sul piano logico”. In particolare, il giudice ha sottolineato l’assenza di elementi certi che confermino né l’ipotesi di suicidio né quella di omicidio, ma ha evidenziato anche anomalie nelle prime fasi investigative, come la presenza di funzionari ONU durante l’interrogatorio dei testimoni e la rimozione di tracce dalla scena del crimine.
Il padre di Mario, Pino Paciolla, ha espresso il dolore per la mancanza di dialogo con il Governo e ha ribadito la determinazione della famiglia nel portare avanti la battaglia legale: “Napoli è stata molto vicina a Mario, ma la vicenda deve essere all’attenzione di tutti. Ci rivolgeremo al tribunale europeo”.
Il contesto internazionale e il ruolo della missione ONU
Mario Paciolla, laureato in scienze politiche e attivista impegnato nella tutela dei diritti umani, faceva parte della missione ONU che monitorava il rispetto degli accordi di pace in Colombia. La sua attività includeva la denuncia di episodi come il bombardamento del 2019 su un villaggio nel dipartimento di Caquetá, che provocò la morte di minori e fu al centro di accuse rivolte alle forze militari colombiane e al governo dell’epoca.
Le indagini sulla sua morte sono state complicate da sospetti di depistaggi e interferenze da parte di funzionari locali e della stessa ONU, come emerso dalle indagini che hanno coinvolto quattro agenti del servizio segreto colombiano. Il caso continua a rappresentare un nodo cruciale per la tutela dei diritti umani e la trasparenza delle missioni internazionali.
La manifestazione a Napoli, dunque, non è solo un ricordo, ma un grido collettivo per fare luce su una morte che ha segnato profondamente la città e che continua a richiedere risposte concrete dalle istituzioni italiane e internazionali.





