La dolorosa vicenda di una ragazza di 12 anni, studentessa di seconda media, che si è tolta la vita nell’Astigiano circa un anno fa, ha spinto i suoi genitori a intraprendere una battaglia legale di rilevanza nazionale. La famiglia, insieme al Movimento Italiano Genitori (Moige) e allo studio legale Ambrosio&Commodo di Torino, ha avviato una class action contro Meta e TikTok. L’obiettivo è proteggere i minori, specialmente i più fragili, dai pericoli insiti nell’uso incontrollato dei social network, spesso veicolo di contenuti dannosi e potenzialmente letali.
Class action contro Meta e TikTok: la trappola degli algoritmi e la responsabilità delle piattaforme social
Nel cellulare della giovane vittima erano emersi contenuti legati al suicidio, suggeriti da algoritmi che creano vere e proprie “bolle” di informazioni nocive, amplificando il rischio per adolescenti vulnerabili. L’avvocato Stefano Commodo sottolinea come la partecipazione dei genitori rappresenti un impegno civile per tutelare altri ragazzi e prevenire tragedie simili.
Recenti indagini, come quella condotta da Amnesty International, evidenziano che dopo poche ore di utilizzo di TikTok, quasi la metà dei video visualizzati trattano di salute mentale, spesso in modo inappropriato o dannoso. Inoltre, il Journal of Medical Internet Research ha identificato nei contenuti relativi al suicidio su TikTok tematiche ricorrenti quali il dolore emotivo e la memorializzazione, elementi che possono alimentare comportamenti autolesionistici.
L’impegno concreto del Moige e il quadro sociale italiano
Il Moige, Movimento Italiano Genitori, da oltre vent’anni si impegna nella tutela dei minori e nella prevenzione di fenomeni come bullismo, cyberbullismo e dipendenze digitali. Secondo dati aggiornati a ottobre 2025, in Italia si stimano circa 66.000 hikikomori, con un picco tra gli 11 e i 13 anni, e quasi un ragazzo su due tra i 15 e i 19 anni ha subito forme di cyberbullismo. Il Moige, attraverso la sua rete di psicologi e progetti educativi, si dedica a sensibilizzare famiglie e scuole sull’importanza di un uso consapevole e protetto della tecnologia.
La class action contro Meta e TikTok si inserisce in questo contesto di crescente attenzione verso la salute mentale giovanile e la responsabilità delle piattaforme digitali nel veicolare contenuti, spesso senza adeguati filtri o strumenti di controllo.





