Napoli, 28 dicembre 2025 – Un’aggressione violenta nella movida di Chiaia ha scosso la città partenopea: il giovane calciatore 18enne Bruno Petrone è stato accoltellato nella notte tra venerdì e sabato, mentre si trovava in via Bisignano, una delle stradine frequentate per il divertimento serale. L’episodio ha visto coinvolti cinque minorenni, di cui quattro fermati dalle forze dell’ordine, con l’accusa di tentato omicidio. Il più giovane, un 15enne, ha ammesso di aver inferto le coltellate.
L’aggressione a Napoli e le indagini
La dinamica dell’accaduto è stata ricostruita grazie alle testimonianze e alle immagini delle telecamere di sorveglianza del quartiere. Bruno Petrone stava chiacchierando con un amico, seduto su uno scooter, quando è stato avvicinato da un gruppo di cinque ragazzi a bordo di due scooter. In pochi istanti, i giovani lo hanno accerchiato e uno di loro ha estratto un coltello, colpendolo due volte all’addome, al torace e al fianco sinistro. L’aggressione ha provocato il panico tra i presenti, mentre Bruno cadeva a terra in una pozza di sangue.
Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura dei minori di Napoli, hanno condotto rapide indagini che hanno portato alla costituzione dei cinque responsabili. Il 15enne ha confessato di essere l’autore delle coltellate, mentre gli altri quattro, tutti 17enni, hanno ammesso la loro partecipazione alla spedizione punitiva. I carabinieri hanno sequestrato il coltello usato nell’aggressione presso l’abitazione del giovane aggressore più piccolo. Tutti i fermati risultano incensurati e provenienti da famiglie considerate “normali”, senza legami con la malavita.
Secondo quanto riferito dal 15enne durante l’interrogatorio, l’aggressione sarebbe scaturita da vecchie ruggini, in particolare da un litigio avvenuto la settimana precedente nella stessa zona. L’incontro sarebbe avvenuto casualmente, ma la lite è degenerata in violenza. Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente i motivi e le responsabilità individuali.
Le condizioni di Bruno e la reazione della comunità
Bruno Petrone è stato immediatamente trasportato in codice rosso all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico urgente che ha comportato l’asportazione della milza. Attualmente il giovane è ricoverato in rianimazione, con prognosi riservata ma in lieve miglioramento. I medici mostrano cauto ottimismo sull’evoluzione del quadro clinico.
La famiglia e la società sportiva di Bruno, l’Unione Sportiva Angri, hanno espresso grande vicinanza e sostegno al giovane calciatore. La squadra ha annullato un’amichevole e richiesto il rinvio della prossima partita di campionato in segno di solidarietà. La madre di Bruno, Dorotea, ha avuto parole commoventi: “Bruno è un ragazzo tranquillo e determinato, non fuma, non beve e il suo unico obiettivo è il calcio. Quando l’ho visto, mi ha chiesto con il labiale se potrà tornare a giocare, poi mi ha stretto la mano per tranquillizzarmi”.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha espresso vivo apprezzamento per l’attività investigativa della Procura e delle forze di polizia, sottolineando la necessità di una risposta ferma allo scoppio di violenza tra giovanissimi. Ha disposto un’intensificazione dei controlli nelle aree della movida cittadina, con particolare attenzione ai quartieri più frequentati nelle ore serali e notturne.
Il caso ha riacceso il dibattito sul crescente fenomeno di violenza giovanile nelle strade di Napoli, in particolare nelle zone dedicate al divertimento notturno. L’episodio di Bruno Petrone, promessa del calcio locale cresciuto nelle giovanili del Sorrento e attualmente in forza all’Angri, rappresenta un allarme sociale e una tragedia sfiorata che ha mobilitato la città e le istituzioni.






