Milano, 2 settembre 2025 – Un nuovo capitolo si apre nella vicenda dello Stadio San Siro, a seguito di una formale diffida inviata al Comune di Milano dal Comitato promotore del Referendum per San Siro, rappresentato legalmente dall’avvocata Veronica Dini. La missiva, indirizzata anche ad altri enti istituzionali tra cui il Ministero della Cultura, mette in guardia l’amministrazione comunale dal procedere con la vendita dello storico impianto, sottolineando l’imminente applicazione di un vincolo architettonico anche al secondo anello dello stadio. La Sovrintendenza dei Beni Culturali ha anche confermato che, per quanto riguarda il terzo anello dello stadio, il vincolo architettonico entrerà in vigore a partire dal prossimo 10 novembre. Una volta attivato questo vincolo, lo stadio non potrà più essere abbattuto.
Vincolo architettonico e tutela del patrimonio culturale
Secondo quanto riportato nella lettera dell’avvocata Dini, a partire dall’11 settembre 2025, il secondo anello dello Stadio Meazza sarà sottoposto a vincolo architettonico. Ciò implica che la struttura non potrà essere alienata senza una preventiva verifica di interesse culturale, requisito fondamentale per salvaguardare il valore storico e architettonico dell’impianto. Il Comitato, infatti, diffida l’amministrazione dal procedere alla vendita, definendo tale atto “insanabilmente nullo” e evidenziando come la vendita potrebbe esporre il Comune a un rilevante danno erariale e la città alla perdita di un bene pubblico di grande importanza.
La richiesta di vigilanza è stata estesa al Ministero della Cultura e ad altri enti coinvolti, affinché si assicuri la correttezza dell’operato degli uffici comunali, scongiurando così atti amministrativi illegittimi.
La vicenda San Siro si complica ulteriormente con l’imminente scadenza dei 70 anni dal completamento del secondo anello, che potrebbe far scattare il vincolo anche su questa parte dello stadio già dall’11 settembre 2025. A sostegno di questa tesi, la diffida legale cita diverse testimonianze storiche, tra cui un video dell’Istituto Luce relativo alla partita Milan-Dynamo Mosca del 4 settembre 1955 e un commento tratto dal libro Milan-Inter, storia e gloria del derby di Milano di Enrico Tosi (1998). In quest’ultimo si legge infatti che il secondo anello era stato completato proprio in occasione del derby amichevole dell’11 settembre 1955, che vide 30.000 spettatori assistere alla partita Milan-Inter conclusasi con un 6-4.
Questi elementi rafforzano la posizione di chi chiede che il Comune di Milano non proceda alla vendita o alla demolizione dello stadio senza considerare le nuove tutele che si stanno per applicare.
L’attualità del referendum per San Siro
Il Comitato promotore del referendum sostiene che, nonostante la decisione dei garanti comunali di dichiarare inammissibili i quesiti referendari presentati nel 2023, la questione rimane attuale. Il primo quesito mirava ad abrogare la delibera del novembre 2021 che aveva dichiarato l’interesse pubblico sul nuovo stadio, mentre il secondo chiedeva di salvaguardare il Meazza dall’abbattimento, promuovendo un concorso d’idee per la sua riqualificazione.
La Sovrintendenza aveva annunciato l’intenzione di imporre un vincolo culturale sul Meazza solo a partire dall’autunno 2025, settant’anni dopo la costruzione del secondo anello. Tuttavia, il possibile acquisto da parte di Milan e Inter e la realizzazione di un nuovo stadio nell’area parcheggio adiacente, rendono ancora attuale la delibera e la necessità di tutelare il vecchio impianto. Il Comitato fa quindi leva sul fatto che il vincolo culturale non si applicherebbe automaticamente in caso di proprietà privata e che pertanto i quesiti referendari restano validi e rilevanti.
La vicenda continua a tenere alta l’attenzione degli enti pubblici, dei cittadini e delle associazioni che si battono per la tutela di uno dei simboli storici e culturali di Milano.






