La partita per il futuro di San Siro, nonostante l’acquisto da parte di Inter e Milan, non è ancora finita. La Procura di Milano, infatti, ha aperto un’indagine per turbativa d’asta in relazione al bando pubblico sulla cessione dell’area dello stadio. Secondo quanto trapela, l’inchiesta — coordinata dai pm Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi — mira a chiarire possibili anomalie nelle tempistiche e nelle modalità di pubblicazione e gestione della gara. Gli accertamenti sono affidati al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, che sta raccogliendo documenti e testimonianze.
San Siro, nuova indagine in corso: cosa succede?
Tra le persone ascoltate figura anche il promoter Claudio Trotta, nome storico del settore musicale milanese, che aveva denunciato pubblicamente l’impossibilità di presentare un’offerta alternativa, pur avendo manifestato l’intenzione di partecipare al bando. Una circostanza che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere rilevante per ricostruire l’effettivo grado di trasparenza della procedura.
Il fronte politico si infiamma
Parallelamente all’indagine giudiziaria, la vicenda ha scatenato una nuova ondata di polemiche politiche. Duro l’attacco di Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, che ha definito la vendita dell’area “il più grande scempio ambientale degli ultimi anni a Milano”, accusando la maggioranza di “disprezzo per le procedure democratiche”. Le sue parole trovano eco tra i comitati cittadini, che parlano di “svendita del bene comune” e di una decisione presa “nottetempo”, senza un reale confronto pubblico.
Un futuro ancora incerto per San Siro
Nonostante le dichiarazioni ufficiali che annunciano una “nuova era” per l’area, il destino dello storico impianto milanese resta sospeso. L’inchiesta in corso e le tensioni politiche rendono il futuro di San Siro tutt’altro che definito. La partita, giudiziaria e politica, è solo all’inizio.






