Pisa, 23 ottobre 2025 – Si alza la tensione in casa Pisa Sporting Club dopo il decreto del Ministero dell’Interno che vieta ai tifosi nerazzurri le trasferte per i prossimi tre mesi. Una misura drastica, arrivata in seguito agli scontri avvenuti sabato scorso con un gruppo di ultrà del Verona, a poche ore dal match di Serie A allo stadio Arena Garibaldi.
La società toscana ha deciso di muoversi per vie istituzionali, inviando una lettera ufficiale al ministro dello Sport, Andrea Abodi, per chiedere di riconsiderare il provvedimento, ritenuto eccessivo e penalizzante per l’intera tifoseria.
La lettera del Pisa: “Una misura sproporzionata”
Il Pisa, al momento, mantiene un profilo prudente e non rilascia dichiarazioni pubbliche, ma da fonti vicine alla dirigenza filtra irritazione.
Il club parla di provvedimento sproporzionato, che rischia di colpire indistintamente tutti i tifosi, anche quelli estranei agli incidenti.
La società – si apprende – non intende giustificare gli episodi di violenza avvenuti nei pressi dello stadio, ma chiede che le responsabilità vengano accertate individualmente, evitando sanzioni collettive che penalizzano le famiglie e i sostenitori corretti.
Gli scontri, avvenuti circa tre ore prima della partita, hanno coinvolto un gruppo di circa 150 ultrà dell’Hellas Verona che, secondo la ricostruzione delle autorità, si sarebbero mossi a piedi dalla stazione di San Rossore fino alla zona di via Piave, dove si sono incontrati con i tifosi pisani.
Il contatto ha generato momenti di forte tensione, con il lancio di oggetti e l’intervento delle forze dell’ordine. Nessun ferito grave, ma il Ministero ha risposto con un giro di vite che blocca le trasferte sia dei pisani che dei veronesi per tutto l’inverno.
Il sindaco Conti: “Puniti anche i tifosi perbene”
A contestare apertamente la decisione è il sindaco di Pisa, Michele Conti, che in una nota ha definito il decreto “una sanzione sproporzionata e ingiusta”.
“Sono fortemente contrariato per la sanzione inflitta ai tifosi pisani – scrive Conti –. È un provvedimento punitivo sproporzionato nei confronti di una tifoseria che storicamente si è contraddistinta per correttezza e per numerose iniziative benefiche”.
Il primo cittadino non nasconde la sua amarezza: “Questa decisione finisce per punire chi non ha colpe, mortificando lo spirito sportivo e la sana passione per i colori della città. In questi giorni ho cercato di tutelare la tifoseria pisana, composta in gran parte da famiglie e appassionati che avevano già organizzato le prossime trasferte”.
Conti, pur condannando fermamente gli episodi di violenza, sottolinea criticità nella gestione dell’ordine pubblico, sostenendo che la situazione poteva essere evitata: “Non doveva essere consentito a una frangia di facinorosi ospiti di partire a piedi dalla stazione e raggiungere lo stadio, in un’area frequentata da famiglie e bambini”.
Il sindaco ha annunciato che farà “sentire la propria voce in tutte le sedi opportune”, chiedendo una revisione del decreto e un dialogo più aperto tra le istituzioni e i club per evitare che l’intero tifo venga criminalizzato.
Pisa e Verona sotto osservazione
Il Viminale ha disposto il divieto di trasferte per entrambe le tifoserie fino a gennaio 2026, con l’obiettivo di “preservare la sicurezza e prevenire nuovi episodi di violenza”.
Una misura che però rischia di trasformarsi in un boomerang, alimentando tensioni e sfiducia nei confronti delle autorità.
Nei prossimi giorni, la Lega e l’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive potrebbero aprire un tavolo di confronto per valutare eventuali attenuazioni del provvedimento, ma al momento la linea resta rigida.
Il Pisa, intanto, guarda al prossimo turno di campionato con l’incognita di un pubblico dimezzato, costretto a seguire la squadra da casa. Un colpo non solo emotivo ma anche economico per il club e per la città, dove il tifo organizzato è parte integrante dell’identità locale.
Per approfondire: Violenti scontri tra tifosi di Pisa e Verona prima del match di Serie A: ci sono feriti






