Seattle, 9 dicembre 2025 – Tra le partite più attese dei Mondiali 2026, il match tra Egitto e Iran si distingue non solo per la sua rilevanza sportiva, ma anche per il forte valore simbolico e politico che porta con sé. La partita, programmata per il 26 giugno a Seattle, è stata designata come Pride Match, un evento che vuole celebrare i diritti della comunità LGBTQ+ in una città nota per la sua cultura inclusiva. Tuttavia, questa scelta ha generato tensioni diplomatiche, considerando che in entrambi i paesi coinvolti l’omosessualità è illegale.

Un Pride Match carico di significato a Seattle
Il comitato organizzatore del Pride di Seattle ha voluto associare il match a una manifestazione di orgoglio e lotta contro le discriminazioni sessuali, proprio durante il weekend dedicato al Pride nella città dello stato di Washington. L’iniziativa prevede anche esposizioni artistiche e manifestazioni che coinvolgono tutta la comunità locale, sottolineando come “il calcio abbia il potere unico di unire persone al di là di confini, culture e credenze”. Questa scelta è stata accolta con entusiasmo dagli attivisti locali, che vedono nella partita un’occasione per ribadire il diritto alla dignità e al rispetto per tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Le reazioni contrastanti di Egitto e Iran al Pride Match dei Mondiali
Nonostante l’atmosfera di inclusività a Seattle, la decisione di attribuire alla partita il titolo di Pride Match ha suscitato un forte malcontento da parte delle autorità egiziane e iraniane. Entrambi i governi hanno formalmente protestato, definendo l’iniziativa “inappropriata e politicamente connotata”. Mehdi Taj, presidente della Federazione calcistica iraniana, ha dichiarato che la scelta sembra favorire un gruppo specifico e che la questione sarà affrontata con fermezza. La posizione iraniana è particolarmente severa, considerando che in passato attivisti LGBTQ+ sono stati condannati persino alla pena capitale.
Contesto politico e sociale
Il Pride Match si inserisce in un contesto internazionale complesso. L’Egitto e l’Iran mantengono leggi punitive contro l’omosessualità, con pene che possono arrivare al carcere e, in certi casi, alla morte. La partita a Seattle, dunque, diventa un potente simbolo di sfida alle normative restrittive di questi paesi. Eric Wahl, membro del Pride Match Advisory Committee, ha sottolineato come la partita rappresenti un’opportunità per affermare che “persone LGBTQ+ esistono ovunque e qui a Seattle tutti sono liberi di essere se stessi”.
Il match tra Egitto e Iran non è solo un evento sportivo, ma anche un banco di prova per la diplomazia internazionale e i diritti umani nell’arena globale del calcio. La partita si preannuncia quindi come uno degli appuntamenti più significativi e controversi della rassegna iridata americana.






