Con un comunicato giunto a sorpresa, o forse no, il Nottingham Forest ha sconfessato se stesso esonerando Ange Postecoglou chiamato al posto di Nuno Espirito Santo ed il cui compito sarebbe stato quello di far sì che la squadra potesse cambiare passo. Così non è stato, anzi, il tecnico australiano è riuscito a fare molto peggio rispetto al suo predecessore facendo scivolare in Garibaldi Reds al terzultimo posto nella classifica di Premier League.
Ed appare evidente come in un campionato così complesso, equilibrato, combattuto quale è la massima divisione del calcio inglese, perdere punti significa rischiare di trovarsi seriamente invischiati nella lotta retrocessione. Dopo i grandi risultati della scorsa stagione, nessuno avrebbe mai immaginato che il Nottingham Forest a fine ottobre si sarebbe trovato in una posizione così complessa. Ed è a questo punto che la dirigenza del club guidato da Marinakis ha deciso di affidarsi a chi è esperto nella risoluzione dei problemi: Sean Dyche.
Sean Dyche: l’esordio da giocatore…al Nottingham Forest
Ora, al di là del personaggio, è chiaro che Dyche non avrebbe mai potuto rifiutare una chiamata del Nottingham Forest. Egli infatti da calciatore ha indossato con la maglia seppur soltanto nelle giovanili, non avendo mai esordito nella prima squadra allenata dal leggendario Brian Clough. Dunque, anche questa volta al tecnico nato a Kettering non viene concessa la possibilità di misurarsi in una grande squadra. E non è una questione di età, ma forse soltanto di indole ed ambizione.
Eppure la sua carriera dal natura era iniziata nel migliore dei modi, quando fu promosso dalla panchina delle giovanili del Watford, diventando vice di Malky Mackay per poi guidare gli Hornets ad un 11º posto in Championship nella stagione 2011 2012 prima di essere esonerato in seguito al subentro in proprietà della famiglia Pozzo.
Sean Dyche: gli anni d’oro di Ginger Mourinho
Il punto più alto della sua carriera, però, Dyche lo vive al Burley dove si guadagna il soprannome di Ginger Mourinho, ma forse vi resta troppo: 10 anni. Con questa squadra ottiene due promozioni in Premier League (la prima nella stagione 2013 2014, secondo posto e la seconda nel 2015 2016 da campione) per poi consolidarsi in massima serie raggiungendo il settimo posto nel 2017 2018 e portando così il club alla prima qualificazione europea dopo 51 anni.
Lui però decide di restare ed è forse in quel momento che la sua carriera ha preso una determinata piega. Avesse lasciato il Burnley dopo averlo portato in Europa è probabile che gli si sarebbero aperte le porte di un grande club.
Dyche risolve i problemi dell’Everton
E esonerato nel 2022, si rimette in gioco a gennaio 2023 quando viene ingaggiato con un contratto di due anni e mezzo dal Everton che versa in una situazione di classifica e societaria molto grave, tanto che la retrocessione per la prima volta nella storia del club sembra inevitabile. Ed invece dopo il debutto vincente contro l’Arsenal, Dyche c’entra una insperata salvezza all’ultima giornata (17º con 36 punti).
Non è da meno nella stagione precedente, dove pure i problemi erano tanti vista la deduzione di otto punti in classifica: chiudi al 15º posto per poi essere esonerato a gennaio 2025.
Dyche riuscirà a risolvere i problemi del Nottingham Forest?
Ed ora veniamo al presente. Il 21 ottobre Dyche ha firmato un accordo che lo legheranno Nottingham Forest fino all’estate 2027. E per certi versi i problemi che dovrà affrontare sono ben diversi (e forse più gravosi) da quelli con cui ha dovuto misurarsi all’Everton. Dovrà gestire una squadra passata tra le mani di due allenatori oltre che una tifoseria delusa e vogliosa di riscatto immediato sia in campionato che in Europa, per non parlare di una presidenza che definire imprevedibile è un eufemismo.
Anche questa volta, dunque, Dyche è chiamato a risolvere problemi anche questa volta il treno della grande squadra non si è fermato nella stazione di Ginger Mourinho. Forse solo perché non ci sono grandi squadre che hanno problemi da risolvere?
Articolo di Alfonso Russo
