È difficile trovare un titolo per descrivere il momento del Liverpool. Dodicesimo in Premier League, tredicesimo in Champions, dieci gol subiti in tre partite e una sensazione nuova e inquietante: la squadra che solo pochi mesi fa dominava l’Inghilterra oggi sembra aver perso tutto — certezze, identità, anima.
I numeri raccontano un crollo verticale. In campionato sono già arrivate sei sconfitte in dodici gare. In Champions, la disfatta di Anfield contro il PSV, un 4-1 pesantissimo, ha fatto da specchio a una squadra a pezzi. Le immagini dei tifosi, immobili con le mani sul volto mentre i giocatori uscivano dal campo a testa bassa, riassumono l’umore della piazza.
Un mercato faraonico che non funziona: 500 milioni senza identità
Il Liverpool, in estate, non si è limitato a rinforzarsi. Ha stravolto tutto, spendendo cifre che nel resto d’Europa sembrano fantascienza: 145 milioni per Isak, 125 per Wirtz, 95 per Ekitiké, poi Kerkez, Frimpong, Leoni. In totale mezzo miliardo di euro investito per costruire una squadra stellare.
Ma quei pezzi, oggi, non combaciano. Arne Slot, l’allenatore che aveva ereditato con successo il dopo-Klopp portando i Reds subito al titolo, sembra improvvisamente aver perso il controllo del progetto. Gli equilibri tattici non funzionano, i leader faticano, gli innesti non si integrano.
Anche gli intoccabili sono finiti nel mirino: Mohamed Salah è apparso svagato come mai prima, mentre Konaté è in un momento di forma drammatico.
A complicare tutto, un dolore enorme: lo sconvolgente lutto di Diogo Jota e del fratello, avvenuto in estate. Uno shock che ha colpito profondamente lo spogliatoio e che molti osservatori considerano una delle radici emotive del crollo attuale.
Premier e Champions, la situazione è preoccupante ma non compromessa
I numeri della crisi sono pesanti, ma paradossalmente non definitivi. In Premier League, nonostante sei sconfitte, il Liverpool è ancora a soli tre punti dal quarto posto. L’Arsenal capolista è lontanissima (+11), ma la zona Champions resta alla portata se la squadra risale.
In Champions la situazione è simile: tre vittorie, due sconfitte, ancora tutto aperto ma con una pericolosa sensazione di fragilità. E ora arriva la prova più temuta: il 9 dicembre a San Siro contro l’Inter, partita che potrebbe indirizzare la stagione.
Slot rischia: decisioni imminenti e un futuro in bilico
La crisi non riguarda solo il campo. A Liverpool cresce ogni giorno il fronte di chi considera finita l’avventura di Arne Slot. Le prossime tre partite di Premier — West Ham, Sunderland e Leeds — potrebbero decidere tutto: o la squadra reagisce oppure si va verso un cambio in panchina.
Chivu osserva, pronto a incrociare i Reds a San Siro, in una sfida che potrebbe trovare un Liverpool completamente diverso… o già guidato da un altro allenatore.
La stagione è lunga, ma una cosa è certa: il club che ha dominato il mercato estivo ora deve dominare se stesso. E tornare a essere il Liverpool.




