Dani Alves, uno dei migliori terzini di sempre della storia del calcio, ex Barcellona, Juventus e PSG tra le altre, ha vissuto un periodo molto difficile della sua vita a seguito delle accuse di stupro e il relativo processo che ne è seguito. Di recente ha dichiarato di aver ricevuto un aiuto, non solo economico, da un grande campione del calcio, Cristiano Ronaldo: un rivale sul campo di calcio, un insospettabile amico e angelo custode nella vita di tutti i giorni.
“Cristiano Ronaldo mi ha aiutato a stare in piedi”
Dani Alves ha recentemente dichiarato: “Quando sono uscito di prigione, Cristiano Ronaldo non mi ha mai lasciato solo. Mi ha ospitato in uno dei suoi appartamenti e mi ha dato un sostegno enorme. Sta persino aiutando i miei avvocati per sbloccare il mio conto bancario, così da poter accedere ai miei soldi. Cristiano mi chiama spesso per sapere se ho bisogno di qualcosa. Mi ha detto: ‘Abbiamo condiviso grandi momenti nel calcio, hai dato tanto a questo sport. Non posso lasciarti soffrire: sei una leggenda e meriti di meglio‘. Se non fosse per lui, oggi probabilmente sarei per strada. Ronaldo è il motivo per cui riesco ancora a stare in piedi“.
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Dani Alves, la vicenda giudiziaria
Nel dicembre 2022 Dani Alves fu accusato di aggressione sessuale in una discoteca di Barcellona. Dopo mesi di indagini e di detenzione preventiva, nel febbraio 2024 un tribunale lo condannò a 4 anni e mezzo di reclusione; Alves sostenne da subito la sua innocenza e presentò appello. Nel marzo 2024 era uscito dalla prigione dopo il versamento di una cauzione di 1 milione di euro e con obblighi di firma settimanali e divieto di avvicinamento alla denunciante. Un tribunale d’appello in Catalogna il 28 marzo 2025 ha poi annullato la sentenza, ritenendo che le prove e la testimonianza presentata non fossero sufficienti a superare la presunzione di innocenza. La magistratura ha però annunciato che avrebbe potuto ricorrere in Cassazione.
L’assoluzione in appello, o meglio, l’annullamento della condanna, è una tappa processuale importante, ma non necessariamente definitiva: la Procura può impugnare la decisione davanti a livelli superiori e la disputa può proseguire. Inoltre, anche in assenza di condanna definitiva, le ripercussioni reputazionali e amministrative (contratti rescissi, sanzioni civili, ecc.) possono produrre effetti duraturi.
Le ricadute economiche e contrattuali
A più livelli Alves ha subito perdite economiche dirette e costi legali ingenti:
Fine del contratto con i Pumas (Liga MX): il club messicano aveva rescisso il contratto dopo l’arresto; successivamente sono emerse dispute arbitrali/contrattuali con richieste di risarcimento incrociate. Rapporti recenti (arbitrati e decisioni successive) indicano che ci sono stati contenziosi economici rilevanti tra il calciatore e il club.
Spese legali, cauzioni e perdita di guadagni: il periodo in carcere, le procedure d’appello, le cauzioni e la sospensione/annullamento di ingaggi e sponsorizzazioni hanno generato una pressione finanziaria notevole. Testimonianze e ricostruzioni stampa sottolineano come la combinazione di queste voci possa mettere a rischio la liquidità personale anche di calciatori che avevano avuto carriere importanti.
È importante distinguere tra “difficoltà economiche” come perdita di introiti e oneri legali (fatto accertato e documentato) e la misura precisa di eventuali debiti o pignoramenti, che spesso richiedono visure/atti ufficiali per essere quantificate con certezza. La vicenda giudiziaria di Dani Alves non è ancora finita: la Procura in Catalogna ha dato segnale di voler impugnare l’annullamento; quindi il capitolo giudiziario potrebbe riaprirsi in sedi superiori.
Un quadro di giudizio: solidarietà tra colleghi o attenzione mediatica?
Il racconto di Alves, se confermato nei fatti operativi, è indicativo di due fenomeni che spesso si intrecciano nel calcio d’élite. Da un parte una grande solidarietà privata tra giocatori: non è raro, infatti, che campioni offrano supporto come abitazioni, contatti legali, sostegno economico, a colleghi nei guai. È un aspetto umano che i media spesso enfatizzano perché dialoga con l’immagine di “fratellanza” tra calciatori. Dall’altra un forte valore simbolico e mediatico: quando una figura potente come Cristiano Ronaldo viene chiamata in causa, la notizia assume risonanza pubblica e politica per le implicazioni etiche, per la gestione dell’immagine di entrambi e per la sensibilità sul tema della violenza sessuale. Per questo motivo le dichiarazioni vanno maneggiate con cura e contestualizzate.
La vicenda di Dani Alves è una storia a più strati: un processo penale complesso, con condanna iniziale e successivo annullamento in appello, conseguenze professionali e finanziarie immediate come rescisioni contrattuali, spese legali, possibili risarcimenti, e una dimensione personale che include il racconto di amicizie e aiuti come quello, dichiarato da Alves, di Cristiano Ronaldo. Sul piano giudiziario la partita non è ancora necessariamente chiusa, e sul piano economico permangono contenziosi che possono pesare fortemente sulla situazione finanziaria dell’ex campione.




