Per oltre trent’anni quella di Carlo Nesti è stata una delle voci simbolo del calcio italiano. Un percorso professionale costellato di grandi eventi e debutti storici, fino a un epilogo che lui stesso ha raccontato sul suo canale YouTube definendolo la “giornata più triste della mia avventura in Rai”: la retrocessione improvvisa nella gerarchia dei telecronisti, avvenuta nell’agosto del 2002. Ecco cosa ha rivelato.
L’ascesa di Carlo Nesti in Rai
Il debutto arriva nel 1982, in occasione del trionfo mondiale dell’Italia in Spagna. Nesti ha appena 27 anni e si affaccia al palcoscenico internazionale come telecronista.
All’epoca la gerarchia Rai è dominata da voci autorevoli come Martellini e Pizzul, e Nesti parte dal sesto posto. Ma con il tempo, grazie soprattutto ai grandi tornei, guadagna terreno fino a diventare il numero 2.
Tra i momenti che ne certificano la crescita, la finale di USA ’94 tra Italia e Brasile, quando siede accanto a Pizzul nel ruolo di opinionista, un compito inconsueto per chi non è un ex calciatore. Nel 1996, agli Europei in Inghilterra, il suo ruolo si consolida ulteriormente: è sempre al fianco di Pizzul, ma commenta anche le gare della Nazionale.
Il 2002: l’anno della “giornata più triste”
Il pensionamento di Bruno Pizzul segna una fase di transizione delicata in Rai. Nesti, insieme a Gianni Cerqueti, è tra i candidati alla successione per prendere il posto numero 1. Consapevole di quella che lui stesso definisce “centralità romana all’interno dell’azienda”, accetta l’idea di restare come numero 2 dietro al collega.
La svolta, però, arriva a metà agosto, durante le vacanze in Liguria. Il racconto è dello stesso Nesti: “In quei giorni mi trovavo al mare ad Alassio e come al solito decisi di acquistare la Gazzetta dello Sport. Non avevo ancora ricevuto nessuna chiamata dalla Rai. Cominciai a sfogliare la Gazzetta dello Sport e a un certo punto, con grande sorpresa, lessi quella che era la nuova gerarchia dei telecronisti della RAI: non ero né numero 1 né numero 2, ma nemmeno numero 3 o numero 4. Ero stato retrocesso al numero 5”.
In quella lista davanti a lui ci sono Cerqueti, Bizzotto, Civoli e Forti. Una doccia fredda che rende quella giornata, come lui stesso l’ha descritta, “la più triste della sua avventura in Rai”.
L’addio dopo trent’anni: Carlo Nesti lascia la Rai
Nonostante la delusione, Nesti rimane in Rai per altri otto anni, cercando senza successo di riconquistare posizioni. Nel 2010, dopo tre decenni di servizio, decide di lasciare definitivamente l’azienda.
A distanza di tempo, sempre sul suo canale YouTube, riflette con amarezza ma anche con filosofia: “nella vita non può andare sempre tutto bene”. Dopo un percorso professionale vissuto “in discesa”, era inevitabile incontrare “lo Stelvio”: la salita più dura.
Il bilancio finale: tra gratitudine e dolore
Il rapporto con la Rai, spiega Nesti, è stato intenso, fatto di momenti di gloria e di ferite. Lo paragona a una relazione, dove spesso “uno dei due ama di più”. Una carriera luminosa, che resta tra le più significative della storia delle telecronache italiane, ma segnata da un finale che ha lasciato il sapore amaro della delusione.






