Padova, 30 luglio 2025 – Il mondo del calcio piange la scomparsa di Paolo Antonioli, ex capitano di Frosinone e Padova, morto a soli 47 anni dopo una lunga battaglia contro una grave malattia. La notizia è stata diffusa dalla moglie Elena Vezzù, nota speaker radiofonica con il nome d’arte Lady Helen, che ha voluto condividere il proprio dolore con un commovente messaggio sui social: “Ho sperato fino all’ultimo. Ha combattuto come solo lui sapeva fare. Ma oggi, purtroppo, la mia vita, il mio amore Paolo Antonioli ci ha lasciati”.
Una carriera da difensore e capitano amato
Nato a Mantova nel 1977, Antonioli ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano, vestendo le maglie di numerose squadre di rilievo tra cui Spezia, Vis Pesaro, Gallipoli, Lanciano, Alma Juventus Fano e Abano. Tuttavia, il suo nome rimarrà per sempre legato a Padova e Frosinone, club in cui ha ricoperto il ruolo di capitano con grande carisma e professionalità. In particolare, con il Frosinone ha disputato le stagioni 2005/06 e 2006/07, guidando la difesa con cuore e determinazione durante la storica promozione in Serie B e la successiva salvezza nel campionato cadetto.
Il post carriera e l’impegno nel calcio dilettantistico
Dopo il ritiro dal calcio professionistico, Antonioli ha scelto di stabilirsi a Padova, città dove ha continuato a coltivare la passione per il calcio diventando allenatore di squadre dilettantistiche come Albignasego, Plateola e Monselice. La sua dedizione e il suo modo di trasmettere valori sportivi hanno fatto di lui un punto di riferimento per molti giovani calciatori e appassionati.
Il cordoglio del Frosinone Calcio non si è fatto attendere, con un messaggio che lo ricorda come “capitano e bandiera, simbolo di attaccamento alla maglia e professionalità, entrato nel cuore dei tifosi semplicemente dando tutto”.
Antonioli lascia un vuoto profondo nel panorama calcistico e nella comunità sportiva, che lo ricorda non solo per le sue qualità tecniche ma soprattutto per la sua grande umanità e forza d’animo. Alla famiglia e ai cari va l’abbraccio commosso di chi ne ha apprezzato il valore dentro e fuori dal campo.






