Madrid, 9 luglio 2025 – Dopo un lungo iter giudiziario, Carlo Ancelotti è stato condannato a un anno di reclusione con la condizionale per frode fiscale in Spagna. La sentenza, emessa dal Tribunale di Madrid, riguarda l’anno fiscale 2014, periodo in cui l’attuale commissario tecnico della nazionale brasiliana era allenatore del Real Madrid. Ancelotti è stato assolto dalle accuse relative al 2015, ma dovrà comunque pagare una multa di 386.361,93 euro. Inoltre, l’allenatore dovrà scontare alcune restrizioni sui benefici fiscali e pubblici per tre anni.
La vicenda giudiziaria: accuse e difesa
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa spagnola EFE, l’accusa ha contestato all’ex tecnico dei Blancos una frode fiscale per oltre un milione di euro complessivi nei bienni 2014-2015, derivanti dai diritti d’immagine. Nel dettaglio, il 2014 avrebbe comportato una frode di 386.361 euro, mentre il 2015 circa 675.718 euro. La Procura ha richiesto una pena complessiva di quattro anni e nove mesi di carcere, ipotizzando che Ancelotti avrebbe nascosto i suoi guadagni tramite società offshore, incluse entità alle Isole Vergini.
Nel corso del processo, svoltosi il 2 e 3 aprile 2025, Ancelotti ha respinto ogni accusa, dichiarando di aver agito su indicazione del club e dei suoi consulenti e di non aver mai avuto intenzione di evadere il fisco. L’allenatore ha inoltre sostenuto di non essere stato residente fiscale in Spagna durante il 2015, circostanza contestata dai pubblici ministeri.
Ancelotti condannato: sentenza e conseguenze
La giurisprudenza spagnola parla chiaro. Per condanne inferiori ai due anni per reati non violenti e senza precedenti penali, la pena detentiva è in genere sospesa. Per questo motivo, Ancelotti non sconterà la pena in carcere. L’allenatore dovrà sottostare a una serie di limitazioni, inclusa la perdita di accesso a sussidi pubblici e agevolazioni fiscali per tre anni.
Il tecnico emiliano, oltre a pagare la sanzione pecuniaria menzionata in precedenza, dovrà affrontare il peso mediatico e reputazionale derivante da questa vicenda. Il suo caso si somma così ad altri episodi analoghi nel mondo del calcio spagnolo. José Mourinho, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, furono infatti coinvolti anche loro in contestazioni fiscali legate ai diritti d’immagine.
La carriera di Ancelotti e il contesto in cui si è sviluppato il caso giudiziario
Nato a Reggiolo nel 1959, Carlo Ancelotti è uno degli allenatori più vincenti e rispettati al mondo. Vanta un palmarès che annovera cinque UEFA Champions League e vittorie nei cinque principali campionati europei (Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna). Dopo la sua esperienza al Real Madrid, conclusa nel 2025, e diverse esperienze in club di prestigio, oggi guida la nazionale brasiliana.
Durante il periodo contestato, Ancelotti era alla guida del Real Madrid, una delle società più titolate e seguite del calcio mondiale, con un palmarès che include 36 campionati spagnoli e 15 UEFA Champions League, un record assoluto.
Il caso giudiziario di Ancelotti si inserisce in un contesto di maggiore attenzione delle autorità fiscali spagnole verso le operazioni finanziarie di grandi personalità del calcio, soprattutto in relazione ai proventi derivanti dai diritti d’immagine e all’utilizzo di società estere per la gestione di tali guadagni.






