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Halloween: tra storia, ombre e leggende dimenticate

Perché la notte di Halloween è tanto amata e misteriosa? Ecco alcune curiosità che non tutti conoscono

by Alessia Barra
30 Ottobre 2025
zucche di Halloween

Halloween: tra storia, ombre e leggende dimenticate - Unsplash - alanews.it

C’è una notte all’anno in cui il confine tra i vivi e i morti sembra assottigliarsi e tutto ciò che è macabro e spaventoso diventa improvvisamente interessante e amato.

È la notte di Halloween, una festa che oggi si associa a travestimenti, dolcetti e film dell’orrore, ma che affonda le proprie radici in un passato intriso di riti pagani, superstizioni e simbolismi spirituali.

Dietro il volto commerciale e giocoso dell’Halloween moderno si cela infatti una trama di racconti e leggende che parlano di spiriti erranti, di divinità dimenticate e di un tempo in cui il mondo umano e quello ultraterreno sembravano sfiorarsi davvero. Ecco alcune delle leggende più interessanti legate ad Halloween.

Le origini: quando Samhain apriva le porte dell’altro mondo

Prima che l’Europa cristiana desse un nome alla vigilia di Ognissanti, esisteva un’antica celebrazione celtica chiamata Samhain.

I Celti, popolo guerriero e spirituale, non vedevano il tempo in modo lineare, ma circolare: la fine dell’estate non segnava solo la conclusione di un ciclo agricolo, ma anche l’inizio di un nuovo anno. Samhain cadeva nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, il punto esatto di passaggio tra luce e oscurità. In quella notte, secondo la tradizione, il velo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti diventava sottile come un soffio, permettendo alle anime di tornare nei luoghi che avevano amato.

I fuochi venivano accesi sulle colline per scacciare gli spiriti malevoli, e i druidi (sacerdoti e veggenti) compivano riti di purificazione e divinazione per predire il futuro.

Molti dei simboli di Halloween derivano da queste usanze: i travestimenti, per esempio, nascevano come un modo per confondere gli spiriti maligni, mentre le lanterne erano offerte di luce per guidare le anime benevole verso casa.

Le luci di Jack O’Lantern: l’uomo che ingannò il Diavolo

Una delle leggende più affascinanti alla base di Halloween è quella di Jack O’Lantern, l’uomo che riuscì a ingannare il Diavolo, e che per questo fu condannato a vagare per l’eternità.

La storia narra che Jack, un fabbro irlandese astuto ma avaro, invitò il Diavolo a bere con lui. Quando arrivò il momento di pagare, Jack convinse Satana a trasformarsi in una moneta per saldare il conto, ma, invece di usarla, la mise in tasca accanto a una croce d’argento, imprigionando così il Diavolo. Lo liberò solo dopo aver ottenuto la promessa che non avrebbe mai preso la sua anima.

Anni dopo, quando Jack morì, il Cielo lo rifiutò per la sua vita dissoluta e l’Inferno lo respinse per il patto infrangibile. Rimasto senza luogo dove andare, l’uomo chiese al Diavolo almeno una luce per rischiarare il suo cammino nel buio eterno. Satana, beffardo, gli gettò un tizzone infernale che Jack pose dentro una rapa svuotata. Da allora vaga come un’anima perduta, la sua lanterna tremolante simbolo di tutte le anime in cerca di pace.

Quando gli emigranti irlandesi portarono la leggenda in America, le rape divennero zucche dal momento che erano più grandi, più facili da intagliare e così nacque l’iconica zucca luminosa di Halloween.

La notte delle anime erranti: le leggende dimenticate d’Europa

Oltre alle storie irlandesi, l’Europa medievale custodisce una miriade di leggende legate alla notte dei morti, molte delle quali si sono intrecciate con i rituali di Halloween.

zucca di Halloween e candele accese
Halloween: tra storia, ombre e leggende dimenticate – Unsplash – alanews.it

In Scozia, per esempio, si racconta della Caccia Selvaggia, un corteo spettrale guidato dal dio Odino o dal Re degli Elfi, che attraversava i cieli portando con sé le anime dei dannati. Chi udiva il suono dei corni o il galoppo dei cavalli doveva nascondersi in casa e non uscire fino all’alba: vederli significava essere trascinati nel mondo dei morti.

In Bretagna, invece, la leggenda parla dell’Ankou, la personificazione della morte: un uomo alto e silenzioso che guida un carro scricchiolante per le strade dei villaggi, raccogliendo le anime dei defunti. Durante la notte di Halloween, molti lasciavano un bicchiere di sidro e del pane fuori casa, per placare la sua sete e ottenere la sua protezione.

In Italia, alcune regioni conservano echi di riti simili: in Sardegna, la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre si accendevano candele per “Is Animeddas”, le piccole anime dei defunti bambini, mentre in Sicilia si credeva che fossero proprio i defunti a portare doni ai bambini buoni. Un’usanza che anticipa il moderno “dolcetto o scherzetto”.

Le streghe di Halloween: ombre di antichi culti

Non si può parlare di Halloween senza evocare la figura della strega, che nella notte del 31 ottobre raggiunge il culmine del suo potere.

Ma la strega non nasce come simbolo di male: in origine era la guaritrice, la donna saggia dei villaggi, custode dei segreti delle erbe e dei cicli della natura. Con la cristianizzazione dell’Europa e la persecuzione dei culti pagani, la sua immagine venne distorta, fino a trasformarla in un simbolo di empietà.

Le leggende raccontano che durante Samhain le streghe si riunissero per celebrare il “Grande Sabba d’Autunno”, danzando sotto la luna e invocando gli spiriti della terra.

Secondo alcuni racconti gallesi, esse non servivano il male, ma mantenevano l’equilibrio tra il mondo visibile e quello invisibile, proteggendo i villaggi dagli spiriti ostili che cercavano di oltrepassare il confine.

In alcune zone della Cornovaglia si dice ancora che, se nella notte di Halloween si lascia un recipiente d’acqua e un ramoscello di salvia sulla soglia, le streghe benevole lo useranno per benedire la casa, garantendo prosperità per tutto l’inverno.

Il simbolismo nascosto dei fuochi e delle ombre

Molti dei rituali di Halloween hanno un significato simbolico profondo, spesso dimenticato.

Il fuoco, ad esempio, non è solo luce contro l’oscurità: rappresenta la continuità della vita. Nei villaggi celtici si spegnevano tutti i focolari e si riaccendevano da un unico grande falò, benedetto dai druidi — un gesto che univa la comunità in un unico spirito.

Anche le ombre, tanto temute, avevano un ruolo sacro. Samhain non era soltanto un momento di paura, ma di introspezione: il tempo in cui guardare dentro se stessi, affrontare la propria oscurità e onorare ciò che non si può più vedere, ma che continua a esistere in altra forma.

La “morte”, nella visione celtica, non era una fine ma un passaggio, e Halloween era la celebrazione di questo eterno ciclo.

Halloween oggi: l’eredità del mistero

Oggi Halloween è una festa che ha perso gran parte del suo significato spirituale originario, ma le sue radici continuano a vivere, nascoste sotto le maschere e i costumi.

Ogni zucca accesa è, in un certo senso, un tributo agli antichi fuochi di Samhain; ogni costume, un ricordo dei travestimenti rituali che proteggevano dai demoni; ogni risata tra amici, un’eco lontana delle comunità che si radunavano attorno ai falò per celebrare la vita e la morte come parti dello stesso respiro.

E forse, in fondo, Halloween continua a esercitare tanto fascino proprio per questo: perché ci ricorda che l’oscurità non è sempre da temere, ma può essere ascoltata, compresa e persino onorata.

In un mondo che tende a negare la morte e il mistero, questa antica notte ci invita ancora una volta a guardare nell’ombra e a trovare la luce che vi arde dentro.

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