Bruxelles, 5 novembre 2025 – Dopo oltre ventiquattro ore di intensi negoziati, i ministri dell’ambiente dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo volto a ridurre le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Questa intesa, raggiunta a maggioranza qualificata, introduce tuttavia importanti meccanismi di flessibilità per agevolare il percorso verso l’obiettivo climatico, riconoscendo le differenti realtà economiche e ambientali degli Stati membri.
Le emissioni e i crediti internazionali di carbonio
Il testo dell’accordo prevede che fino al 5% delle emissioni possa essere compensato tramite crediti internazionali di carbonio provenienti da Paesi extra UE. Inoltre, gli Stati membri avranno la facoltà di acquistare un ulteriore 5% di questi crediti per coprire i propri sforzi nazionali. Questa misura rappresenta un cambio di passo significativo nella politica climatica europea, che per la prima volta ammette un ruolo di rilievo ai meccanismi esterni per raggiungere i target interni.

La Commissione Europea sarà incaricata di definire criteri rigorosi affinché tali crediti derivino da attività “green” credibili e trasparenti, così da evitare derive verso una deregolamentazione, come sottolineato da alcuni gruppi parlamentari e attivisti ambientalisti. Contestualmente, è stata inclusa nel testo una clausola di revisione biennale, che permetterà di aggiornare gli obiettivi climatici in base ai progressi scientifici, tecnologici e alle condizioni di mercato.
Il quadro istituzionale e le reazioni degli Stati membri
L’accordo è stato facilitato dalla presidenza danese del Consiglio dell’UE, che ha lavorato per trovare un compromesso accettabile tra le posizioni più rigorose e quelle più flessibili. Il Consiglio dell’Unione Europea, organo decisionale che riunisce i ministri competenti di ciascun Stato membro, ha così stabilito una base pragmatica e realistica per perseguire il target climatico.
Il ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito il sostegno alle misure di flessibilità, definendole indispensabili per garantire la maggioranza necessaria in Parlamento e Consiglio. Tuttavia, le critiche non mancano: partiti politici come i Verdi e la Sinistra europea contestano la validità dei crediti di carbonio, mentre alcune forze politiche di destra definiscono l’obiettivo “irrealistico” e potenzialmente dannoso per la produzione industriale europea.
Il prossimo appuntamento cruciale sarà la Cop30 di Belém in Brasile, dove l’UE dovrà presentare un quadro aggiornato e ambizioso degli impegni climatici, consolidando così la sua posizione nella lotta globale contro il cambiamento climatico.






