L’idea di incontrare un serpente durante una passeggiata in campagna o nei boschi può generare timori, ma spesso si tratta di paure infondate. I serpenti fanno parte della fauna italiana e, benché la loro presenza possa risultare inquietante, solo poche specie rappresentano un vero pericolo per l’uomo. Conoscere le principali varietà presenti sul nostro territorio, saperle distinguere e comprendere quali comportamenti adottare è il primo passo per convivere serenamente con questi animali.
Due famiglie di serpenti in Italia
In Italia vivono serpenti appartenenti a due famiglie principali: i colubridi e i viperidi. I colubridi sono di gran lunga i più numerosi, con circa 15 specie presenti sul territorio nazionale. Si tratta per lo più di serpenti innocui, talvolta dotati di un veleno molto blando, incapace di causare gravi danni all’uomo.
I viperidi, al contrario, comprendono le vipere, note per la loro pericolosità e dotate di un apparato velenifero sviluppato, con denti mobili, canalicolati e collocati anteriormente nella mascella. In Italia si contano quattro specie di vipere, tutte potenzialmente pericolose, anche se raramente letali se il morso viene trattato tempestivamente.
I serpenti colubridi: innocui ma da conoscere
I colubridi italiani variano molto per dimensioni, colore e habitat. In generale sono snelli, veloci, spesso di indole schiva e non aggressiva. Possono raggiungere anche i due metri e mezzo di lunghezza, come nel caso del cervone, ma non rappresentano un pericolo per l’uomo.
Tra i più diffusi, troviamo:
- Il biacco (Hierophis viridiflavus): è presente in tutta Italia, predilige zone assolate e boschi, ha un corpo nero con anelli verdi e può arrivare a 190 cm. Nonostante un comportamento nervoso e talvolta aggressivo, non è velenoso;
- La natrice dal collare (Natrix natrix): comune nei pressi di fiumi e laghi, ha una livrea grigio-verde con collare nero. Se minacciata, si finge morta ed emana un odore sgradevole per scoraggiare i predatori;
- La natrice tassellata (Natrix tessellata): simile alla natrice dal collare, vive solo in ambienti acquatici e ha una colorazione a macchie regolari;
- La natrice viperina (Natrix maura): deve il nome alla somiglianza con la vipera, che imita anche nel comportamento quando si sente minacciata. Tuttavia è del tutto innocua;
- Il cervone (Elaphe quatuorlineata): è il serpente italiano più grande, raggiunge anche i 2 metri, vive tra i sassi e i muretti del centro Italia. È tranquillo e non morde quasi mai;
- Il saettone (Zamenis longissimus): diffuso nei boschi umidi, lungo fino a 150 cm, si muove lentamente ed evita il contatto con l’uomo. È innocuo;
- Il colubro liscio (Coronella austriaca): piccolo (circa 50 cm), ama le zone montane e soleggiate. Ha una ghiandola velenifera, ma il suo morso non è pericoloso per l’uomo;
- Il colubro dei riccioli (Coronella girondica): specie rara e difficile da avvistare, vive nelle regioni centrali italiane. È mite e non mordace;
- Il colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis): presente in Sardegna e Pantelleria, ha un corpo muscoloso e può mordere se disturbato, ma non è velenoso;
- Il colubro lacertino (Malpolon monspessulanus): diffuso in Liguria, lungo fino a 2,5 metri, è velenoso ma il suo morso provoca solo gonfiore e febbre leggera;
- Il colubro leopardino (Zamenis situla): dal tipico colore bianco con macchie rosse, è diffuso al Sud Italia. Mordace se disturbato, ma non pericoloso.
Queste specie sono tutte protette dalla legge e svolgono un ruolo importante nell’equilibrio dell’ecosistema, in particolare come predatori naturali di roditori e insetti.
Le vipere italiane: le uniche veramente velenose
I serpenti davvero pericolosi per l’essere umano appartengono alla famiglia dei viperidi. In Italia sono presenti quattro specie di vipere, tutte dotate di zanne mobili canalicolate e una ghiandola velenifera che secerne un veleno emotossico, ovvero in grado di interferire con la coagulazione del sangue.
Le specie sono:
- Vipera comune (Vipera aspis): presente in tutta Italia ad eccezione della Sardegna. Ha un colore che varia dal grigio al marrone e può presentare macchie dorsali. È la più diffusa, ma anche tra le meno pericolose se si interviene prontamente dopo il morso;
- Marasso (Vipera berus): diffuso nelle regioni alpine, è grigio-verdastro e ha un temperamento aggressivo. Il suo veleno è più potente rispetto a quello della vipera comune;
- Vipera del corno (Vipera ammodytes): la più pericolosa. Vive nelle regioni nord-orientali e si riconosce per un’escrescenza simile a un corno sul muso. Il suo veleno è altamente tossico e il morso può essere mortale se non trattato in tempo;
- Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii): la più piccola e la meno velenosa. Predilige zone montane e asciutte.
Le vipere italiane non attaccano se non si sentono minacciate. Tendono a evitare il contatto con l’uomo e a fuggire se possibile. La loro pericolosità è legata più a una reazione difensiva che a un comportamento aggressivo.
Come distinguere una vipera da un serpente innocuo
Distinguere una vipera da un colubro può risultare complicato, ma esistono alcune caratteristiche chiave:
- Pupilla verticale (simile a quella dei gatti) nelle vipere, rotonda negli altri serpenti;
- Corpo tozzo e testa triangolare nelle vipere;
- Colorazione a zig-zag tipica in molte vipere;
- Comportamento minaccioso ma non particolarmente veloce.
Al contrario, i colubridi hanno un corpo più snello, si muovono con maggiore rapidità e raramente assumono atteggiamenti difensivi evidenti.
Dove e quando è più facile incontrare un serpente
I serpenti italiani amano ambienti caldi e soleggiati, soprattutto boschi, radure, campi coltivati, e si possono trovare anche nei giardini di campagna. Le vipere, in particolare, prediligono pendii rocciosi, zone montane o collinari e ambienti pietrosi.
Il periodo in cui è più facile incontrare un serpente è la bella stagione, da fine primavera a inizio autunno, quando aumentano le escursioni all’aria aperta. In questi casi, è bene adottare alcune precauzioni:
- Indossare scarpe chiuse e alte e pantaloni lunghi;
- Evitare l’erba alta e le zone rocciose soleggiate;
- Usare un bastone per battere il sentiero e segnalare la propria presenza;
- Controllare il terreno prima di sedersi per un pic-nic.
Cosa fare se si incontra un serpente
Se durante un’escursione o nel giardino di casa ci si imbatte in un serpente, è fondamentale mantenere la calma. I serpenti non attaccano se non si sentono minacciati. Ecco alcuni comportamenti consigliati:
- Non urlare, non lanciare oggetti, non tentare di ucciderlo;
- Allontanarsi lentamente senza movimenti bruschi;
- Osservare da lontano l’animale, evitando di metterlo all’angolo.
Nel caso di presenza ricorrente nel proprio giardino, è possibile contattare la polizia provinciale o i carabinieri forestali, che sapranno come intervenire nel rispetto della legge.
Cosa fare in caso di morso di vipera
Il morso di vipera richiede intervento medico immediato, ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico. Ecco cosa fare:
- Restare calmi: l’agitazione accelera la circolazione e la diffusione del veleno;
- Immobilizzare l’arto colpito e tenerlo più basso del cuore;
- Raggiungere il pronto soccorso il prima possibile o chiamare i soccorsi;
- Non incidere, succhiare il veleno o usare lacci emostatici.
La prognosi è nella maggior parte dei casi favorevole, soprattutto se si interviene entro breve tempo dal morso.
Serpenti in Italia: amici o nemici?
Nonostante la diffidenza che spesso suscitano, i serpenti italiani – vipere comprese – non sono animali aggressivi e non attaccano l’uomo senza motivo. Sono invece predatori fondamentali per il controllo di roditori e insetti, contribuendo all’equilibrio degli ecosistemi naturali.
Uccidere un serpente, oltre che inutile, è vietato dalla legge. L’unico modo per convivere pacificamente con questi animali è informarsi, riconoscerli e rispettarli. Solo così potremo affrontare una passeggiata nella natura con maggiore consapevolezza e senza inutili timori.
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