Napoli, 10 ottobre 2025 – Una scoperta di grande rilievo scientifico è stata recentemente effettuata nelle profondità del Golfo di Napoli. A circa 500 metri sotto la superficie marina, gli studiosi hanno individuato una vasta e antica scogliera corallina finora sconosciuta, caratterizzata da una larghezza superiore ai due metri e che si estende lungo una parete verticale di oltre 80 metri. Questo eccezionale ritrovamento è stato possibile grazie all’impegno della nave di ricerca Gaia Blu del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), sotto la supervisione dell’Istituto di Scienze Marine di Bologna, nell’ambito della spedizione scientifica Demetra.
Un’antica scogliera corallina nel Golfo di Napoli
La scogliera corallina scoperta nel Golfo di Napoli è stata esplorata mediante un veicolo sottomarino a controllo remoto, che ha permesso di studiare una comunità biologica di straordinaria ricchezza e biodiversità. Tra le specie predominanti si trovano i cosiddetti “coralli bianchi” (Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata), accanto a coralli neri, coralli solitari, spugne e altre forme di vita di grande importanza ecologica. Sono stati riscontrati anche reperti fossili di ostriche e coralli antichi, elemento che sottolinea l’importanza storico-naturalistica della scoperta.
Questa struttura si trova nel Canyon Dohrn, un imponente canyon sottomarino che raggiunge i 1.300 metri di profondità, a circa 12 miglia dalla città di Napoli. La prima esplorazione di quest’habitat risale al 2016, ma la recente scoperta evidenzia come l’area continui a riservare sorprese di grande valore scientifico.
Progetti europei per la tutela e il restauro degli ecosistemi
La scoperta ha un ruolo fondamentale nel comprendere il ruolo ecologico degli habitat a coralli profondi e la loro distribuzione nel Mediterraneo. Il sito è coinvolto nei progetti europei Life Dream e Redress, coordinati rispettivamente da Federica Foglini del CNR-Ismar e Roberto Danovaro dell’Università Politecnica delle Marche. Entrambi i programmi sono finalizzati al restauro degli ecosistemi marini profondi danneggiati dall’attività umana.
Secondo Giorgio Castellan, capo missione della spedizione Demetra, si tratta di un “ritrovamento eccezionale per i mari italiani”, mentre Frine Cardone della Stazione Zoologica Anton Dohrn definisce l’ecosistema marino profondo “di straordinario interesse scientifico e valore naturalistico”. Federica Foglini sottolinea inoltre come questa scoperta apra nuove opportunità per “restituire vitalità a un patrimonio fragile e straordinario”.
Il Golfo di Napoli, con la sua estensione di 870 km² e una profondità media di 170 metri, rappresenta un ambiente marino di grande rilievo ambientale, storico e culturale. La presenza di vulcani attivi come il Vesuvio e i Campi Flegrei, insieme all’arcipelago campano formato da isole come Ischia, Capri e Procida, rende questa area una delle più affascinanti e studiate del Mediterraneo.






