In una controversa intervista rilasciata a Joe Rogan, due stimati accademici, il fisico in pensione di Princeton William Happer e lo scienziato atmosferico in pensione del MIT Richard Lindzen, hanno lanciato un attacco diretto al consenso sul cambiamento climatico, definendolo un fenomeno guidato dalla politica e dai finanziamenti.
Happer, che ha conseguito il dottorato in fisica ed è stato Direttore della Ricerca Energetica sotto il Presidente Bush Senior, ha descritto l’ossessiva concentrazione sul biossido di carbonio come “l’era del flogisto della scienza del clima,” paragonandolo a una sostanza magica inesistente che tutti erano costretti a credere esistesse.
Lindzen, la cui lunga carriera nell’accademia include posizioni a Harvard e al MIT, ha sottolineato che, fino all’avvento del riscaldamento globale, la scienza atmosferica era un campo piacevole con “molti problemi risolvibili”. Entrambi gli esperti sostengono che la demonizzazione del CO2 sia nata dalla possibilità di accedere a miliardi di dollari nel settore energetico.
Richard Lindzen e William Happer: Il costo miliardario della conformità scientifica
Secondo Richard Lindzen e William Happer, il motore principale del dibattito climatico non è la tutela dell’ambiente, ma l’enorme quantità di denaro in gioco. L’agenda ambientale si è spostata dal “salvare le balene” al concentrarsi sul settore energetico, che coinvolge trilioni di dollari.

Happer ha ricordato la sua esperienza a Washington, dove gli scienziati del clima mostravano risentimento per il suo interrogatorio, rifiutandosi di rispondere a domande se non venivano minacciati di tagli ai finanziamenti. Questo atteggiamento, secondo Lindzen, è sintomatico di una situazione in cui i finanziamenti (con un overhead che arriva fino al 50-60% per l’amministrazione universitaria) vengono erogati a chi sostiene la narrativa dominante. Il risultato è la soppressione del dissenso: Lindzen ha raccontato che gli editori di riviste scientifiche venivano licenziati per aver pubblicato articoli che mettevano in discussione l’allarmismo climatico.
Questo processo, che include la creazione di “camere dell’eco” e l’uso di una peer review per “imporre la conformità,” ha paralizzato il progresso scientifico. Il principio fondamentale della scienza – il “challenge” (la messa in discussione) – è stato sostituito da un’affermazione di “consenso“.
La fragilità del modello CO2 e il danno delle politiche “Net Zero”
Lindzen e Happer criticano aspramente il dogma secondo cui “la scienza è assodata”. Lindzen ha evidenziato come gli stessi rapporti IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) riconoscano che fenomeni molto più influenti del CO2, come il vapore acqueo e le nuvole, non siano affatto compresi.
Inoltre, l’attuale narrazione ignora i benefici del CO2: l’aumento della concentrazione nell’era industriale ha reso la Terra “più verde,” incrementando la terra coltivabile. Al contrario, durante l’ultima glaciazione, i livelli di CO2 scesero così in basso (circa 180 ppm) che la vita era a rischio per la mancanza di cibo. Le politiche “Net Zero,” guidate da questa narrazione, stanno causando danni catastrofici. Eliminando i combustibili fossili, i costi energetici aumentano drammaticamente, come dimostrato dall’esperienza del Regno Unito. Ciò impedisce alle parti meno sviluppate del mondo di accedere all’elettricità a prezzi accessibili, utilizzando moderne centrali a carbone o a gas naturale che oggi sono molto più pulite in termini di particolato.
Happer ha concluso che questa focalizzazione maniacale sul CO2 ha fatto regredire lo studio serio del clima di 50 anni. Sebbene il sistema climatico sia incredibilmente complesso (descritto da equazioni differenziali non lineari difficilissime da risolvere), i politici “inventano descrizioni estreme che in realtà hanno poco a che fare con i modelli”per generare panico.






