New York, 19 agosto 2025 – L’Uragano Erin ha raggiunto la massima intensità nella scala Saffir-Simpson, classificandosi come Categoria 5 con venti sostenuti che toccano i 255 km/h, secondo l’ultimo aggiornamento del Centro Nazionale Uragani (NHC). Il ciclone tropicale si sta dirigendo verso la costa orientale degli Stati Uniti, minacciando di portare condizioni meteorologiche estreme, con ricadute anche in Europa.
Erin e le conseguenze sulle Isole Caraibiche e la East Coast americana
Le zone più immediatamente colpite saranno Porto Rico e le Isole Vergini americane, dove sono attese precipitazioni intense fino a 150-200 mm. L’elevato rischio di allagamenti improvvisi, frane e raffiche violente rende necessarie misure di emergenza.
Erin si muove verso nord-ovest, mantenendosi al largo delle Bahamas, e pur non prevedendo un impatto diretto sul continente, le proiezioni meteo indicano un peggioramento del tempo tra il 20 e il 27 agosto lungo la East Coast, con forti mareggiate e piogge torrenziali che interesseranno anche metropoli come Washington, New York e Philadelphia.
L’arrivo dell’uragano Erin in Europa: scenari e incertezze
Dopo aver lambito gli Stati Uniti, un fronte freddo proveniente dal Canada dovrebbe deviare Erin verso l’oceano Atlantico e l’Europa. La traiettoria prevista indica un possibile transito del ciclone, ormai evoluto in tempesta extratropicale, sulle Isole Britanniche tra il 23 e il 24 agosto. Qui, le temperature del Nord Atlantico più fredde potrebbero attenuare parzialmente la forza del sistema, ma restano probabili venti oltre i 130 km/h su Irlanda e Regno Unito, accompagnati da mareggiate pericolose sulle coste esposte.
Caratteristiche e formazione degli uragani
Un ciclone tropicale come Erin si forma su acque calde tropicali e subtropicali, alimentandosi del calore latente rilasciato dalla condensazione del vapore acqueo. Questi sistemi atmosferici presentano un centro di bassa pressione a nucleo caldo con un intenso vortice che genera venti forti e piogge abbondanti. L’intensità degli uragani viene valutata in base alla velocità del vento, da cui deriva la classificazione in cinque categorie della scala Saffir-Simpson.
La dinamica di Erin, così come di altri uragani, è guidata dall’interazione tra calore, umidità e forze fisiche come la rotazione terrestre (effetto Coriolis). La persistenza su acque calde è cruciale per mantenere o aumentare la forza del ciclone, mentre il passaggio su terraferma o acque più fredde ne determina un rapido indebolimento o la trasformazione in ciclone extratropicale.
L’evoluzione di Erin resta monitorata con attenzione, viste le possibili ripercussioni su entrambe le sponde dell’Atlantico, che mettono in allerta le autorità meteorologiche e di protezione civile sia negli Stati Uniti sia in Europa.





