Belem, 10 novembre 2025 – È ufficialmente iniziata oggi a Belem, nel cuore dell’Amazzonia, la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul clima (COP30), che riunisce delegati da 190 Paesi per affrontare le sfide globali legate ai cambiamenti climatici. La COP30, durante la quale ha parlato Lula e in programma fino al 21 novembre, rappresenta un momento cruciale a dieci anni dall’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di rafforzare gli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni e il finanziamento delle politiche climatiche.
Lula alla COP30 attacca i negazionisti
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, al suo terzo mandato presidenziale, ha aperto i lavori alla COP30 con un discorso forte e impegnato, definendo il riscaldamento globale non più come una minaccia futura, ma come una “tragedia del presente”. Davanti ai 50 mila delegati ha lanciato un monito ai negazionisti del clima, che “controllano gli algoritmi, seminano odio e diffondono paura”, esortando a infliggere loro una nuova sconfitta. Lula ha inoltre chiesto la creazione di un Consiglio per il clima all’interno delle Nazioni Unite, capace di assicurare una governance più solida e coordinata per affrontare la crisi climatica in modo efficace.
L’Italia punta su finanziamenti e innovazione per la transizione ecologica
Il ministro italiano dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso fiducia nel ruolo della COP30, sottolineando che a dieci anni dall’Accordo di Parigi “non sono ammessi passi indietro”. Nel corso di una conferenza stampa a Roma, Pichetto ha annunciato un aumento significativo dei contributi italiani alla finanza per il clima, che nel 2024 hanno raggiunto 3,4 miliardi di euro, con un incremento del 325% rispetto al 2023. Questi fondi comprendono risorse pubbliche, pari a 1,67 miliardi, e 1,77 miliardi di fondi privati mobilitati tramite strumenti pubblici, compresi quelli del Piano Mattei per l’Africa.
L’agenda italiana è focalizzata soprattutto sul rafforzamento delle politiche di adattamento nei Paesi in via di sviluppo, con investimenti in infrastrutture sostenibili e la promozione di soluzioni innovative per la decarbonizzazione, come i biocarburanti. L’Italia ha sostenuto insieme al Brasile l’iniziativa per quadruplicare la produzione mondiale di biofuel entro il 2035.
Sfide globali e dinamiche geopolitiche alla COP30
La conferenza si svolge in un contesto globale complesso, segnato dall’assenza degli Stati Uniti nella delegazione ufficiale, a causa della decisione dell’amministrazione Trump di abbandonare l’Accordo di Parigi, decisione che però non ha impedito agli Usa di avanzare su fronti come la mitigazione e l’energia pulita. La Cina, da parte sua, continua a espandere i propri progetti energetici, sia fossili che rinnovabili.
Un recente rapporto Onu evidenzia che l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi rimane fuori portata, con una previsione di aumento di 2,8 gradi entro fine secolo. Simon Stiell, responsabile Onu per il clima, ha sottolineato la necessità di accelerare le azioni, ricordando che le energie rinnovabili hanno superato il carbone come fonte primaria di energia ed ora costituiscono l’opzione più economica nel 90% del mondo.
La COP30 rappresenta dunque un momento decisivo per rilanciare la diplomazia climatica, con particolare attenzione a finanziamenti adeguati – alla luce del recente accordo per aumentare a 300 miliardi di dollari annui il supporto ai Paesi in via di sviluppo – e all’adozione di piani nazionali di adattamento e mitigazione aggiornati al 2035. L’Italia e l’Unione Europea intendono giocare un ruolo di primo piano, promuovendo un approccio integrato tra mitigazione, adattamento e finanza per la transizione ecologica globale.



