Venezia, 15 novembre 2025 – Dopo oltre un mese di permanenza nel Bacino di San Marco, il delfino soprannominato “Mimmo” è stato questa mattina allontanato verso il mare aperto grazie a un intervento coordinato dalla Capitaneria di Porto di Venezia. L’operazione, che ha visto la partecipazione di numerose forze tra cui la Guardia Costiera, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, la Polizia Locale e la Protezione Civile, ha avuto come obiettivo principale il trasferimento dell’animale in acque più sicure, lontano dal traffico intenso e potenzialmente pericoloso della laguna.

Le tecniche adottate per liberare il delfino dalla laguna di Venezia
Le operazioni di guida del cetaceo sono state supportate dall’uso di un sonar e dispositivi acustici chiamati pinger, che emettono suoni sgraditi ma innocui per i delfini, utilizzati per creare una sorta di barriera sonora lungo il Bacino di San Marco. Sei ricercatori del Cetacean Standings Emergency Response Team (CERT) dell’Università degli Studi di Padova hanno condotto l’azione in collaborazione con altre imbarcazioni, impiegando anche tubi in acciaio per generare onde sonore diverse, allo scopo di indirizzare “Mimmo” verso i Giardini della Biennale, zona caratterizzata da acque più profonde e tranquille.
L’animale ha risposto compiendo salti fuori dall’acqua prima di immergersi e sparire alla vista presso l’isola de La Grazia, in direzione della Laguna Sud. I primi avvistamenti di “Mimmo” risalivano alla zona sud della laguna, in particolare vicino a Chioggia, suggerendo che il delfino si sia probabilmente diretto verso quelle acque.
Monitoraggio e possibili sviluppi futuri
Il monitoraggio del delfino proseguirà nei prossimi giorni per verificare se si sia definitivamente allontanato verso il mare aperto o se possa tornare in futuro nel Bacino di San Marco, dove la sua presenza rappresenta un rischio a causa dell’alta densità di traffico nautico. I ricercatori hanno inoltre rilevato alcune ferite sulla pinna dorsale del cetaceo, motivo per cui si è deciso l’intervento. Nel caso di un suo ritorno, sono già previste iniziative per installare dissuasori sonori fissi al fine di creare una barriera permanente e tutelare sia l’animale che la sicurezza della navigazione.






