Roma, 4 dicembre 2025 – Il cielo più buio e limpido del mondo, quello che sovrasta l’Osservatorio Paranal dello European Southern Observatory (ESO) nel deserto di Atacama, in Cile, è seriamente minacciato da un progetto industriale di vaste proporzioni. La società AES Andes, filiale della statunitense AES Corporation, ha infatti presentato un piano per la costruzione di un enorme complesso industriale a pochi chilometri dai telescopi, che potrebbe compromettere irrimediabilmente le condizioni di osservazione.
Osservatorio Paranal, un patrimonio scientifico e naturale a rischio
L’Osservatorio Paranal, inaugurato nel 1999 e gestito dall’ESO, è un punto di riferimento mondiale per l’astronomia, grazie ai suoi cieli eccezionalmente bui, all’atmosfera stabile e al clima favorevole. Qui si trovano strumenti di punta come il Very Large Telescope (VLT) e il Telescopio Estremamente Grande (ELT), quest’ultimo in fase di completamento a Cerro Armazones. Nel 2020, il premio Nobel per la Fisica Reinhard Genzel ha guidato un appello internazionale, sottoscritto da circa 30 astronomi, rivolto al Governo cileno per fermare il progetto industriale.
Il complesso, che si estenderebbe su oltre 3000 ettari e includerebbe un porto, impianti di produzione di ammoniaca e idrogeno e migliaia di generatori elettrici, sorgerebbe fra i 5 e gli 11 chilometri dai telescopi. Secondo una recente analisi tecnica, la sua realizzazione provocherebbe un aumento di almeno il 35% dell’inquinamento luminoso sopra il VLT, con un impatto ancora maggiore sul CTAO-Sud, a soli 5 km dall’impianto, dove la luce artificiale potrebbe salire del 55%.
Impatti irreversibili: inquinamento luminoso, turbolenze e vibrazioni
Oltre all’inquinamento luminoso, il progetto causerebbe un aumento della turbolenza atmosferica, deteriorando di circa il 40% le condizioni di visibilità essenziali per le osservazioni astronomiche di alta qualità. Le turbine eoliche previste potrebbero generare microvibrazioni che comprometterebbero il funzionamento di strumenti delicati come il Very Large Telescope Interferometer (VLTI) e l’ELT, mentre le polveri sollevate durante la costruzione rischierebbero di danneggiare gli specchi dei telescopi.
Itziar de Gregorio, rappresentante dell’ESO in Cile, sottolinea che il trasferimento del progetto rappresenta l’unica soluzione efficace per salvaguardare uno degli ultimi cieli oscuri incontaminati sulla Terra. Xavier Barcons, direttore generale dell’ESO, ha ribadito l’impegno a sostenere la decarbonizzazione energetica del Cile senza compromettere la tutela degli osservatori astronomici, invocando una pianificazione che consenta di conciliare sviluppo e conservazione ambientale.
Il rapporto tecnico completo sarà presentato alle autorità cilene entro fine mese nell’ambito della valutazione dell’impatto ambientale e reso pubblico, nell’ambito del processo partecipativo dei cittadini.

