Milano, 24 luglio 2025 – Ogni anno, circa 320 milioni di alberi nel mondo sono colpiti e distrutti direttamente dai fulmini, un fenomeno finora ampiamente sottovalutato ma che ha impatti significativi sull’ambiente e sul ciclo del carbonio. A rivelarlo è uno studio dell’Università Tecnica di Monaco (TUM), pubblicato sulla rivista Global Change Biology.
Fulmini e mortalità degli alberi: dati e impatti ambientali
I danni causati dai fulmini alle foreste sono spesso difficili da rilevare sul campo e finora sono stati studiati solo in poche aree specifiche. Per superare questa limitazione, i ricercatori tedeschi hanno sviluppato un modello globale della vegetazione arricchito con dati raccolti sul campo e informazioni satellitari relative ai fulmini. Grazie a questo approccio matematico, è stato possibile stimare non solo il numero di alberi uccisi annualmente dai fulmini, ma anche identificare le aree del pianeta più colpite e valutare le conseguenze di questo fenomeno sullo stoccaggio globale del carbonio e sulla struttura delle foreste.
Secondo le stime, la perdita di alberi causata dai fulmini rappresenta tra il 2,1% e il 2,9% della biomassa vegetale persa ogni anno a livello globale. Questa distruzione si traduce nell’emissione di una quantità di anidride carbonica compresa tra 0,77 e 1,09 miliardi di tonnellate all’anno, un valore paragonabile alle emissioni generate dalla combustione delle piante vive negli incendi boschivi, anch’essi spesso innescati dai fulmini. Tuttavia, va sottolineato che le emissioni totali legate agli incendi boschivi sono molto più elevate, raggiungendo circa 5,85 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, poiché includono anche la combustione di legno morto e materiale organico del suolo.
Implicazioni del cambiamento climatico e prospettive future
L’autore principale dello studio, Andreas Krause, evidenzia che la frequenza dei fulmini, secondo i modelli climatici attuali, è destinata ad aumentare nei prossimi decenni a causa del cambiamento climatico. Attualmente, la mortalità degli alberi indotta dai fulmini è più elevata nelle regioni tropicali, ma si prevede che il fenomeno diventerà sempre più rilevante nelle foreste temperate e boreali delle regioni a media e alta latitudine. Questo scenario sottolinea l’importanza di prestare maggiore attenzione a questo elemento finora trascurato, dato il suo potenziale impatto sulla salute delle foreste e sul bilancio globale del carbonio.
Lo studio della Technische Universität München, istituzione fondata nel 1868 e riconosciuta a livello mondiale per l’eccellenza nella ricerca scientifica, fornisce così un contributo fondamentale alla comprensione delle dinamiche forestali in un contesto di cambiamento ambientale globale.






