Catania, 19 giugno 2025 – L’Etna continua la sua intensa attività eruttiva, con fenomeni stromboliani e una colonna di cenere che si innalza fino a 6.000 metri di altezza. Questa mattina, a partire dalle ore 6:10 circa, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato una serie di esplosioni stromboliane dal cratere di Sud-Est, accompagnate dalla formazione di una densa nube vulcanica che si è dispersa principalmente verso nord. Contestualmente, si è osservato un trabocco lavico modesto che ha alimentato una colata in direzione della Valle del Leone, visibile dalle telecamere di sorveglianza.
Esplosioni stromboliane e attività lavica in evoluzione
L’attività eruttiva si è manifestata con un incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico fino alle 6:30, seguita da valori stazionari ma elevati, e un ulteriore aumento intorno alle 11:30. Alle 11:35 è stato osservato un secondo trabocco lavico in direzione Sud-Est. Tuttavia, la presenza di copertura nuvolosa ha limitato la visibilità e l’osservazione dettagliata degli eventi. L’allerta per il traffico aereo è stata alzata da arancione a rossa, in considerazione della nube eruttiva e della possibile ricaduta di cenere.
Il contesto dell’attività parossistica dell’Etna
L’attività odierna si inserisce in un quadro di persistenti fenomeni parossistici che caratterizzano l’Etna da inizio anno. Nei primi mesi del 2025, infatti, l’Etna ha registrato una serie di episodi parossistici al Cratere di Sud-Est, con fontane di lava, colate e ricadute di materiale piroclastico su ampie aree circostanti, senza tuttavia interessare zone abitate. Il 2, 4 e 7 marzo sono stati giorni di particolare intensità, con colonne eruttive alte fino a 10-11 km e ricadute di cenere e lapilli che hanno coinvolto località come Milo, Fornazzo, Giarre e Mascali.
Anche recentemente, all’inizio di giugno, è stato segnalato un collasso del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est che ha generato un flusso piroclastico e una nube di cenere di almeno 6,5 km di altezza, con ricadute di cenere fine fino a Catania. Questi fenomeni confermano la vivacità e la complessità dell’attività vulcanica dell’Etna, che continua a essere monitorata costantemente dall’INGV per garantire la sicurezza della popolazione e della navigazione aerea.






