Parigi, 17 settembre 2025 – Un recente studio condotto da ricercatori dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine ha rivelato che oltre 15.000 decessi in Europa nella scorsa estate sono da attribuire al caldo e ai cambiamenti climatici. L’indagine, che ha preso in esame 854 città europee, rappresenta la prima stima su larga scala degli impatti sanitari legati alle temperature eccezionalmente elevate registrate quest’anno nel continente.
L’impatto delle ondate di caldo
Lo studio evidenzia che il 68% dei 24.400 decessi correlati al caldo durante l’estate 2025 sono direttamente riconducibili al riscaldamento globale, con un numero stimato di vittime tra 15.013 e 17.864 che non si sarebbero verificati senza l’influenza del cambiamento climatico. Le ondate di calore che hanno caratterizzato l’estate, la più calda mai registrata in paesi come Spagna, Portogallo e Regno Unito, hanno fatto emergere un fenomeno definito dagli esperti come “assassini silenziosi”. Garyfallos Konstantinoudis, coautore dello studio, ha sottolineato come un aumento di appena 2-4 °C nelle temperature delle ondate di calore possa causare migliaia di morti, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione.
L’analisi dettagliata su 12 città europee ha mostrato come il cambiamento climatico abbia triplicato il numero di morti da caldo in soli dieci giorni tra giugno e luglio 2025. Città come Milano, Barcellona e Parigi hanno registrato rispettivamente 317, 286 e 235 vittime legate al caldo estremo. In particolare, il 65% delle circa 2.300 morti avvenute in quel periodo è stato attribuito direttamente al riscaldamento globale, che ha innalzato le temperature di circa 1,3 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Vulnerabilità e misure di adattamento necessarie
L’impatto del caldo torrido è stato particolarmente grave tra gli anziani: l’88% delle vittime aveva più di 65 anni, confermando come questa fascia d’età sia la più esposta al rischio di mortalità durante le ondate di calore. Tuttavia, anche persone tra i 20 e i 64 anni hanno subito effetti letali, con 183 decessi stimati in dieci giorni.
Gli studiosi sottolineano la necessità di potenziare le strategie di adattamento per ridurre l’effetto delle isole di calore urbana e proteggere le fasce più vulnerabili. Tra le soluzioni più efficaci vi sono l’aumento degli spazi verdi, l’efficientamento termico degli edifici e l’installazione di rifugi climatici pubblici e fontane per offrire sollievo immediato.
L’emergenza climatica, aggravata dall’uso continuativo di combustibili fossili, continua a mettere a dura prova la salute pubblica europea, con un impatto spesso invisibile ma devastante, che richiede interventi urgenti per mitigare le conseguenze di un fenomeno destinato a intensificarsi senza un cambiamento radicale nelle politiche energetiche.
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