Bruxelles, 23 luglio 2025 – La Corte Internazionale di Giustizia (CIG), con sede all’Aia, ha emesso un parere fondamentale riguardo alla responsabilità degli Stati in caso di violazione degli obblighi internazionali sul clima. In una dichiarazione ufficiale rilasciata oggi, la Corte ha chiarito che la violazione di tali obblighi costituisce un atto illecito internazionale che comporta la responsabilità dello Stato interessato, il quale è tenuto a rispettare l’obbligo violato e a porre rimedio alle conseguenze.
Clima, il parere della Corte Internazionale di Giustizia sull’illegalità delle violazioni
Secondo la Corte dell’Aia, la responsabilità dello Stato non si limita al mero riconoscimento dell’illecito, ma si estende anche all’adozione di misure obbligatorie per la cessazione delle azioni od omissioni illecite sul clima, qualora queste risultino continuative. Inoltre, la Corte ha sottolineato che le conseguenze giuridiche possono comprendere la piena riparazione agli Stati danneggiati, che può manifestarsi sotto forma di restituzione, risarcimento e soddisfazione. Queste indicazioni si inseriscono nel più ampio quadro del diritto internazionale, nel quale la CIG rappresenta il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, istituito nel 1945 e con sede presso il Palazzo della Pace all’Aia.
La Corte Internazionale di Giustizia: struttura e competenze
La Corte è composta da quindici giudici di nazionalità diversa, eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un mandato di nove anni, rinnovabile. Le sue funzioni principali includono la risoluzione di controversie tra Stati e la formulazione di pareri consultivi su questioni legali complesse, come quelle riguardanti gli obblighi climatici. La giurisdizione della Corte si basa sul consenso degli Stati, che possono accettarla preventivamente o successivamente in relazione a specifiche controversie.
La sentenza della Corte è definitiva e vincolante per le parti coinvolte, e in caso di mancata esecuzione, la parte adempiente può rivolgersi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per l’adozione di eventuali misure coercitive. Questo pronunciamento rappresenta un passo importante nel rafforzamento della responsabilità internazionale in materia ambientale, confermando il ruolo della Corte come garante del rispetto delle norme internazionali anche in ambito climatico.






