Parigi, 3 luglio 2025 – Amnesty International ha pubblicato un rapporto nel quale accusa le autorità francesi di adottare una “deliberata strategia” di repressione nei confronti dei militanti ecologisti. L’Ong denuncia una crescente tendenza a ostacolare l’azione climatica, attraverso una serie di restrizioni che limitano la libertà di manifestazione, di espressione e di associazione di chi si impegna per la tutela dell’ambiente.
La denuncia di Amnesty International sulla repressione dei militanti ecologisti
Il rapporto di Amnesty International evidenzia come in Francia si stia sviluppando un vero e proprio sistema volto a paralizzare l’attività dei difensori dell’ambiente. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani sottolinea che queste misure sono mirate e intenzionali, e comprendono restrizioni di natura giuridica, fisica e finanziaria. Margot Jaymond, responsabile della giustizia climatica per Amnesty International France, ha definito la situazione “inquietante”, soprattutto se si considera che solo dieci anni fa la Francia era un motore della lotta contro il cambiamento climatico.
Il rapporto si inserisce in un contesto più ampio, dove Amnesty International denuncia a livello globale una “dinamica mondiale di repressione e arretramento degli impegni climatici assunti dagli Stati”. In questo quadro, la Francia appare oggi come un esempio emblematico di come i governi possano limitare l’attività degli attivisti ambientali, nonostante il Paese sia storicamente associato ai valori di libertà e tutela dei diritti civili.
Restrizioni e impatti sulle libertà fondamentali
Le restrizioni descritte da Amnesty riguardano vari aspetti della vita associativa e civile degli attivisti ecologisti, con impatti diretti sulla loro capacità di organizzare manifestazioni, comunicare pubblicamente e raccogliere fondi. L’Ong sottolinea che la repressione è spesso accompagnata da azioni di polizia che mirano a dissuadere e intimidire i manifestanti.
Questo fenomeno si inserisce in un quadro più ampio di tensioni sociali e politiche in Francia, dove i movimenti ambientalisti sono sempre più presenti e vocali. La denuncia di Amnesty International richiama l’attenzione sulla necessità di proteggere il diritto alla protesta e di garantire che l’impegno civile a favore dell’ambiente non venga ostacolato da misure restrittive ingiustificate.
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