Roma, 30 luglio 2025 – L’Italia si conferma tra i Paesi europei più esposti al rischio idrogeologico, con un quadro in peggioramento che interessa quasi il 95% dei comuni italiani. Secondo il quarto Rapporto ISPRA sul Dissesto idrogeologico in Italia – Edizione 2024, presentato oggi a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la superficie del territorio a pericolosità per frane è aumentata del 15% rispetto al 2021, raggiungendo i 69.500 chilometri quadrati, pari al 23% del territorio nazionale.
Aumento delle aree a rischio di frane
In particolare, le zone a pericolosità elevata (classi P3 e P4) sono passate dall’8,7% al 9,5% del territorio nazionale. Gli incrementi più significativi si registrano nella Provincia Autonoma di Bolzano (+61,2%), Toscana (+52,8%), Sardegna (+29,4%) e Sicilia (+20,2%). Sono quasi 6 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frana, alluvione, erosione costiera o valanghe. Nel dettaglio, in Italia sono censite oltre 636.000 frane, di cui circa il 28% con dinamiche estremamente rapide e un elevato potenziale distruttivo, anche per le vite umane.
L’analisi del territorio indica che, secondo i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la superficie a rischio smottamento è cresciuta dai 55.400 chilometri quadrati del 2021 ai 69.500 del 2024, coinvolgendo un numero elevato di edifici, attività economiche e beni culturali. In particolare, sono oltre 742.000 edifici, circa 75.000 unità locali di impresa e 14.000 beni culturali quelli esposti alle aree a maggiore pericolosità da frana.
Sul fronte delle coste, si registra un’inversione di tendenza positiva: i tratti di spiaggia in avanzamento sono aumentati di 30 chilometri superando quelli in erosione. Tuttavia, complessivamente, circa il 23% della linea costiera italiana ha subito modifiche significative tra il 2006 e il 2020.
Monitoraggio, prevenzione e tecnologie innovative
I dati raccolti da ISPRA sono fondamentali per le politiche di prevenzione e intervento. L’istituto gestisce il Repertorio nazionale degli interventi finanziati per la difesa del suolo (ReNDiS), che registra quasi 26.000 interventi negli ultimi 25 anni, finanziati con un totale di 19,2 miliardi di euro. Inoltre, ISPRA coordina la piattaforma IdroGeo, uno strumento pubblico e open data che consente la consultazione delle mappe di pericolosità.
Un’importante novità è l’introduzione di un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale, che dialoga con gli utenti fornendo informazioni e risposte sul dissesto idrogeologico, facilitando così la diffusione della conoscenza e la partecipazione attiva della cittadinanza nelle strategie di mitigazione del rischio.
Il presidente di ISPRA, Stefano Laporta, ha sottolineato come “una conoscenza approfondita dei fenomeni di dissesto sia imprescindibile per efficaci politiche di prevenzione e mitigazione del rischio” e ha evidenziato il ruolo fondamentale del coinvolgimento dei cittadini nella raccolta di segnalazioni e nella partecipazione ai piani di emergenza locali.






