Roma, 6 agosto 2025 – La Grande Barriera Corallina australiana sta affrontando un periodo critico, con un declino senza precedenti della copertura di coralli in due delle sue tre regioni principali. È quanto emerge dal recente rapporto pubblicato dall’Australian Institute of Marine Sciences (AIMS), ripreso dall’Australian Broadcasting Corporation (ABC), che evidenzia un quadro allarmante dopo il massiccio sbiancamento dei coralli del 2024.
Il peggior declino in quasi quattro decenni di monitoraggio
Nel 2025, la Grande Barriera Corallina ha registrato il più grande calo annuale della copertura corallina nelle sue regioni settentrionali e meridionali da quando il monitoraggio è iniziato, 39 anni fa. La perdita varia tra un quarto e un terzo della superficie corallina, un dato che segue diversi anni di crescita stabile. Questo declino è attribuito principalmente allo stress termico legato al cambiamento climatico, ma è stato aggravato anche da eventi naturali come cicloni, inondazioni e infestazioni di stelle marine del tipo “corona di spine”.
Mike Emslie, responsabile del Programma di monitoraggio a lungo termine dell’AIMS, ha sottolineato la crescente volatilità nei livelli di corallo duro: “Questo è un fenomeno emerso negli ultimi 15 anni e indica un ecosistema sotto stress”. La Grande Barriera Corallina, la più grande struttura corallina del pianeta, si estende per circa 2.400 km lungo la costa del Queensland, nel Pacifico.
Il ruolo cruciale degli oceani e l’impatto del cambiamento climatico
L’ecosistema marino più vasto del mondo è particolarmente vulnerabile agli effetti del riscaldamento globale. L’aumento delle temperature oceaniche, insieme a fenomeni meteorologici estremi, sta causando uno sbiancamento dei coralli che, se prolungato, porta al loro deperimento e alla perdita di biodiversità. L’oceano, che copre il 71% della superficie terrestre, assorbe una grande quantità di CO2 e calore, ma questa sua funzione è ormai sovraccarica.
Secondo studi recenti, le acque oceaniche hanno subito un aumento significativo della temperatura e un cambiamento nella chimica, con un incremento dell’acidità del 30% negli ultimi due secoli. Questi fattori minacciano la capacità degli ecosistemi marini di rigenerarsi e continuare a fornire servizi vitali, come la mitigazione degli eventi climatici estremi e la produzione di ossigeno.
Il rapporto dell’AIMS e le evidenze scientifiche globali confermano che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta e crescente per la salute della Grande Barriera Corallina, mettendo in luce l’urgenza di azioni concrete e coordinate a livello internazionale per preservare questi ecosistemi fondamentali.
